Arrivati a questo punto dovremmo avere finalmente il nome del nostro sito, ottimizzato nella lunghezza e visualizzazione per l’utente. Ora è il momento di definire il cosidetto Top Level Domain o Dominio di 1° Livello, che è facilmente individuabile nei famosi .com, .org, .net e il nostro .it .
Quale scegliere?
Il mio suggerimento è di usare il .com che essendo “internazionale” può aiutare un sito web quando sarà necessario localizzare un sito ad esempio in Cina dove è necessario usare un dominio .cn , creando così una sorta di gerarchia con il .com a gestione di tutti i paesi e le varie estensioni locali nel caso sia necessaria una localizzazione del 1° livello di dominio.
Può inoltre essere utile gestire i paesi in questo modo, quando ad esempio un nostro distributore vuole aprire all’estero un suo ecommerce (ipotizziamo la Russia), mantenendo il nome del sito “ufficiale”. In questo modo potrà usare il dominio con estensione .ru per gestire il proprio ecommerce localizzato in Russia e dal .com si potrà inserire il link per gli utenti che navigano o vogliono visitare la versione locale.
Ovviamente se non è disponibile il .com si potrà usare il .it che può essere utile per comunicare il “made in”.
Sconsiglio di usare naming per il 1° livello del dominio del tipo: .eu , .cloud , .online , .shoes , .shop , .style , .world , .clothing , .website , .info , .bio , .luxury
Sono tutti esempi esistenti per alcuni brand individuati all’interno della mia analisi, e rendono meno “credibile” il sito a prima vista (alcuni di questi sembrano domini fake se inseriti vicini ad un top name, tipo armani.luxury o versace.world).
Anche lato SEO, relativamente al Top Level Domain ci viene nuovamente incontro Google che rispondendo esattamente alla tematica (e ribadendo nuovamente i concetti del sulle keywords nel nome del dominio), conferma come usare un .scarpe non avrà alcun effetto benefico per chi cercherà la parola “scarpe” su Google.