Fare marketing vuol dire prendere tutte le attività “standard” che possono generare o supportare la vendita e migliorarle in maniera costante per renderle più “performanti”, ovvero che possano far concludere un acquisto in modo più veloce, intuitivo, ad un più alto scontrino medio, con una più alta marginalità o con un più alto numero di sku acquistate.
Tornando agli esempi estremi di prima, è vero che è possibile tentare la sorte scegliendo la località di apertura di un negozio puntando il dito sulla mappa ma la prima attività che si fa di solito è quella di analizzare le diverse variabili che possono incidere sugli ingressi e visibilità che il negozio può avere, come ad esempio la stima del traffico pedonale nelle diverse vie di un’area, oppure il posizionamento all’inizio, alla fine o in una specifica altezza di una via per avere maggiore possibilità di essere notati rispetto ai negozi circostanti o di essere posizionati rispetto ad una specifica fascia di prezzo (ad esempio aprendo nelle vie del lusso per aumentare la percezione del brand).
Oppure nel caso dell’ecommerce, anziché prendere il primo template ci viene sotto mano, magari andremo a sceglierne uno simile a quello che viene usato dai competitor del settore (così da non partire troppo distanti e andare a migliorarlo) oppure, se non siamo in grado di giudicare in autonomia la bontà di un template grafico possiamo addirittura chiedere ad un esperto di usabilità che ci consigli qual è il miglior template per vendere il nostro prodotto. Non il più bello, ma il migliore in termini di conversione alla vendita, ovvero che riesca a vendere di più.
Fare marketing vuol dire continuare a migliorare giorno dopo giorno sulla base di ciò che succede, grazie ai dati in nostro possesso e ai trend del mercato, migliorando la strategia, le azioni e i metodi di comunicazione con il cliente finale.